Cos'è la KINESIOLOGIA - I benefici e a chi può essere utile

Kinesiologia: cos'è, quando è indicata e quali sono i suoi effetti per la nostra salute? 

Ecco alcune informazioni utili in merito a questa tecnica.


Sebbene sia stata bollata come una pseudoscienza, la Kinesiologia è una tecnica molto apprezzata da diverse persone e che ha cambiato anche il mio approccio agli allenamenti in palestra.
La Kinesiologia è una tecnica che, mediante un apposito Test Muscolare di "reattività", eseguito con una leggera pressione manuale, valuta la risposta del sistema nervoso, ed è utile per tentare di "riallineare" tutti i livelli del paziente/cliente, da quello mentale a quello fisico, da quello emozionale fino a quello biochimico, innescando quindi un processo di autoguarigione naturale grazie al quale potranno essere risolte molte problematiche la cui origine talvolta sembra sconosciuta o difficile da spiegare.
Tramite questo tipo di tecnica, si permettere alla persona di comprendere quale sia l’origine del suo disagio e quali possono essere i mezzi necessari e soprattutto prioritari per tornare a stare bene, migliorando pertanto la qualità della propria vita. 
Si tratta di un trattamento molto “personale”, che si adatta alle peculiarità specifiche della singola persona.


Come si svolge esattamente una seduta di Kinesiologia

In primo luogo, prima della seduta (la cui durata è di circa un’ora e mezza) la persona deve essere capace di illustrare quali sono gli esatti problemi di cui soffre. 
Quindi, dopo una serie di test preliminari "di preparazione", vengono testati i 12 muscoli principali (e poi successivamente altri 28 se necessario...per questo la seduta può essere lunga...). 

In generale, i muscoli registrano le variazioni della fisiologia del corpo, manifestando una maggiore o minore tensione. 

Il test muscolare consiste in una pressione variabile sui muscoli, per notare la qualità della risposta dei muscoli stessi . Per il Kinesiologo la variazione nella risposta del muscolare (muscolo più o meno forte) significa che c’è qualcosa su cui puntare l’attenzione.  
Alla persona che si sottopone al test viene chiesto di mettersi in una posizione tale da permettere al kinesiologo di eseguire una lieve spinta (circa 200grammi di spinta) sul muscolo, per distenderlo o inibirlo. 
Il muscolo risponderà prontamente o in forma rallentata o non risponderà per niente. 
Se i risultati sono gli ultimi due, procederemo con delle correzioni.  

Il secondo uso dei muscoli è quello di evidenziare se c’è dello stress in un’area che è indipendente  dal muscolo testato.  Per esempio
  • se volete sapere se c’è una situazione che dà stress emotivo, penserete a quella situazione e nello stesso tempo l’operatore vi farà il test su un muscolo
  • se volete sapere se una parte del corpo ha un deficit energetico, tocchiamo quella parte mentre eseguiamo il test muscolare.

In questi casi la risposta del muscolo sarà in relazione a ciò che stiamo facendo contemporaneamente al test o subito prima di esso. 
Generalmente quando scopriamo uno squilibrio, il muscolo ci darà una risposta inibita.  
L’operatore procederà poi con delle tecniche di riequilibrio, che verranno scelte su una base prioritaria sempre con l’utilizzo del test muscolare.  
Le correzioni più indicate rafforzeranno maggiormente quei muscoli che erano indeboliti.  
Il tipo di correzione che rafforza il muscolo ci indica anche il fattore che contribuisce allo squilibrio energetico.

Questo genere di tecnica può essere indicata sia per il trattamento di problemi fisici come mal di schiena, dolori articolari e muscolari, e così via, ma anche per problemi di altra natura, come quelli alimentari, emotivi, psichici, problemi di concentrazione e molto altro ancora.



Perchè la tecnica funziona e a chi può essere utile

Le malattie sono il risultato di accumulo di stress fisici o emotivi, che alla fine possono sfociare in sintomi fisici. Un "reset" periodico con le tecniche  Kinesiologiche può prevenire questo accumulo. 
Tutti possono trarne beneficio; dal bimbo ancora nel grembo materno, all’anziano pensionato, da chi si reputa in forma, all’ammalato. 
Questo metodo riequilibria il corpo riportandolo allo stato ottimale in cui possa autoguarirsi; così i problemi possono essere corretti alla loro sorgente anche in modo permanente senza focalizzarsi su sintomi specifici e senza agire necessariamente sui punti dolorosi.


Il seguente elenco vi dà un’idea dei disturbi lamentati dai clienti che hanno trovato beneficio con i riequilibri:
traumi da incidenti - dipendenze -allergie - stati d'ansia - asma - mal di schiena - enuresi notturna -  problemi alla vescica - problemi intestinali - candida - mal di testa- sindrome di fatica cronica - ronzio auricolare - stipsi - depressione - problemi di coordinazione - nevralgie - diarrea - scarsa concentrazione - problemi digestivi - dislessia - problemi alle orecchie - eczema - squilibri emozionali - spossatezza - problemi agli occhi - paure- meteorismo - ernia iatale - intolleranze alimentari - periartriti scapolo-omerali - dolore alle anche - ipercinetismo - indecisione - ferite non gravi - emicrania - insonnia - intestino irritabile - scarsa autostima - difficoltà di apprendimento - dolori articolari - problemi nervosi - dolore postoperatorio -irrequietezza - sinusiti - traumi sportivi - stress - problemi all'articolazione temporo-mandibolare - problemi di peso (in eccesso o in difetto) - sindrome della valvola ileocecale - infertilità - emorroidi - tensione alla mandibola - sbalzi di umore - stiramenti muscolari - mal di collo e rigidità varie - fobie - squilibri posturali  -  sciatalgie - disturbi cutanei - paura del palcoscenico - epicondilite  etc…

NON VENGONO UTILIZZATI FARMACI E LA TECNICA NON HA CONTROINDICAZIONI.


NOI DELLO STUDIO STARBENE SIAMO SPECIALIZZATI NEL'UNIRE LE TECNICHE SPECIFICHE DEI TEST MUSCOLARI KINESIOLOGICI CON LA MEDICINA CINESE (con l'agopuntura) E LA NATUROPATIA (testing e prescrizione dei fiori di Bach).

Contattatemi se necessitate di ulteriori informazioni e per capire come il nostro approccio può esservi utile.


Emozioni e KINESIOLOGIA


La kinesiologia è uno strumento fantastico anche per aiutare le persone che vivono degli stati emozionali di sofferenza o che gli causano malesseri e mancanza di salute!


Che cosa sono le emozioni?
Le emozioni sono delle sensazioni fisiche a cui abbiamo applicato un etichetta, in un passato più o meno lontano; ce ne sono di piacevoli e di non piacevoli.
Ogni emozione procura una sensazione fisica alla persone che la vive:  pensa alla sensazione di tremore in caso di paura o panico, alla “sensazioni di nodo in  gola” o allo “stomaco chiuso” quando hai qualcosa da dire ma non trovi il coraggio!
Le emozioni possono valorizzare la qualità della nostra vita (quelle positive) o al contrario possono farci star male (quelle negative)!

Sempre più persone nella società attuale vivono disagi emotivi che si manifestano con disturbi d’ansia, di panico, insofferenza generale, depressione  ma anche con malattie definite “psicosomatiche”!

L’emozione non è altro che un segnale, una spia del nostro organismo, della nostra unità mente-corpo, che ci avvisa che quello che stiamo vivendo ci piace o non ci piace!
Se eviti di vivere le emozioni, negandole o respingendole, stai scegliendo di allontanarti dallo stato di salute e di andare verso la malattia!

Ci sono tantissime classificazioni delle emozioni, ma per lo scopo che mi sono proposto prenderemo in considerazione quelle che fanno riferimento e che hanno una correlazione con i meridiani di agopuntura.

Ogni meridiano di agopuntura ha delle emozioni associate, sia positive che negative, che ne possono favorire la libera e corretta funzione di scorrimento dell’energia oppure ostacolarla.
Ricordando prima di andare avanti che non voglio trattare del punto di vista della psicologia o della psicoterapia ma di tutte quelle tecniche che vanno sotto la definizione della psicologia del cambiamento e della psicologia energetica.

Le emozioni che più ci disturbano nella vita quotidiana sul breve e lungo periodo sono:
  • insicurezza
  • paura
  • rabbia
  • frustrazione
  • rimuginazione e preoccupazione
  • scarsa fiducia in se stessi e bassa autostima
  • tristezza e senso di perdita
  • rigidità e senso di colpa
  • ferita e mancanza di perdono
  • sensazione di vulnerabilità e instabilità


Senza analizzarle una per una, vi dico che per ognuna di queste emozioni c'è una correlazione precisa con un meridiano energetico, con degli organi e con dei muscoli. Agiscono sulla nostra postura e pure sul corretto "funzionamento" del nostro corpo.

Per "abbassare" l’intensità di queste emozioni e soprattutto della "carica energetica negativa" legata ad eventi passati esistono vari metodi integrabili con le tecniche kinesiologiche.

Noi dello Studio StarBene per esempio, utilizziamo l'agopuntura (eseguita da un medico specializzato), i Fiori di Bach, il "massaggio" dei meridiani, le tecniche di distensione immaginativa con i colori ed il riequilibrio dei Chakra con l'aromaterapia tramite gli oli essenziali.




LA DIETA ANTISTRESS

DUE SETTIMANE DI REGIME ALIMENTARE LEGGERO PER TENERE LONTANE LE TENSIONI E REAGIRE MEGLIO AI RITMI TROPPO INTENSI.


I CIBI SI':
Ecco gli alimenti che aiutano l’organismo a difendersi dallo stress.
  • PANE,PASTA,RISO: Questi alimenti sono molto validi contro lo stress, perché il loro consumo aumenta la produzione di endorfine, sostanze che vengono definite “oppiacei naturali”, in quanto regolano una sensazione  di benessere e appagamento. Sono, quindi,un efficace antidoto contro ansia e depressione. Sarebbe meglio consumarli nella versione integrale, che aiuta anche l’intestino a funzionare meglio e a liberarsi in fretta dalle tossine.
  • CARNE BIANCA: Pollo, coniglio, tacchino,agnello danno tante proteine e ferro, aiutando quindi a mantenere forti tessuti e muscoli. In più, sono molto digeribili, non appesantiscono la digestione e, pur saziando, danno un senso di leggerezza.
  • PESCE: Tutti i tipi di pesce, i molluschi e i crostacei contribuiscono a combattere lo stress, perché contengono sostanze che aiutano l’organismo a trasformare gli  alimenti in energia. Inoltre sono in grado di aumentare l’attività del nervo vago, il più importante del sistema nervoso, mantenendole attive le funzioni. Quando il nervo vago funziona a dovere, provoca un rallentamento del ritmo cardiaco e stabilizza la pressione: di conseguenza, crea una situazione di calma e tranquillità nell’organismo.
  • YOGURT: Ricco di fermenti lattici vivi, rafforza la flora batterica, un patrimonio di microrganismi che vivono nell’intestino e il cui ruolo è quello di proteggere dalle malattie, potenziando il sistema di difesa.
  • FRUTTA: E’ ricca di antiossidanti, sostanze in grado di contrastare l’eccesso di radicali liberi, molecole tossiche prodotte dai normali processi metabolici dell’organismo, la cui formazione aumenta notevolmente in situazioni di stress. I frutti più “utili” sono quelli ricchi di betacarotene (come le pesche, le albicocche e il melone) e quelli che contengono tanta vitamina C (agrumi,kiwi). Le persone soggette, anche a causa dello stress, a problemi di gonfiore addominale dovrebbero abituarsi a consumare la frutta come spuntino lontano dai pasti; consumata con gli altri alimenti, infatti, fermenta e causa la formazione di gas. Lamponi, mirtilli, fragole, ribes e more, in particolare, sono ricchi di bioflavonoidi, sostanze capaci di proteggere i capillari. Contrastano quindi l’effetto di vasocostrizioni (cioè il restringimento del diametro) che lo stress esercita sui vasi sanguigni, ostacolando l’ossigenazione dei tessuti.
  • VERDURA E LEGUMI:Non solo la frutta, ma anche la verdura e i legumi, aiutano a contrastare lo stress. La lattuga, in particolare, è ricca di vitamine e di sali minerali che combattono l’invecchiamento dei tessuti e rafforza il sistema immunitario. Inoltre, il succo biancastro contenuto alla base della foglia ha proprietà calmanti e sedative. Le patate sono ricche di potassio e magnesio, minerali che contribuiscono a mantenere attivo il sistema nervoso e combattere depressione e ansia. Anche i legumi ( come piselli, fagioli, ceci, e lenticchie) possono essere utili in questa situazione; ricchi di vitamina B6 e di magnesio, svolgono un ruolo fondamentale nella formazione di sostanze che consentono la trasmissione degli impulsi nervosi. Una carenza di magnesio, inoltre,causa irritabilità e mancanza di concentrazione. Grazie alle sue proprietà toniche, l’aglio è un ottimo regolatore della pressione sanguigna, che spesso, nelle persone stressate, è troppo alta o tende a subire sbalzi. Chi non ne ama il sapore forte può ricorrere alle compresse a base di aglio, ugualmente benefiche. Il peperoncino, infine, contiene la capsacina, una sostanza che stimola l’attività del nervo vago, agendo come naturale regolatore del sistema nervoso.
  • TISANE: Alcuni tipi, come quelle a base di camomilla, verbena, tiglio e melissa svolgono un’azione rilassamte e sedativa. Sono indicate prima di dormire, ma si possono bere anche di pomeriggio o quando ci si accorge che l’ansia da stress tende a salire.



I  CIBI  NO:
Ecco quali sono gli alimenti che dovrebbero essere evitati, o almeno limitati, se ci si trova spesso sotto pressione o si hanno problemi di stress.
  • CARNI ROSSE: La carne di manzo e di cavallo è ricca di ferro, ma e anche difficile da digerire, perché più grassa di quella di pollo o di tacchino; quindi, è poco indicata per le persone sottoposte a stress  con uno stomaco già più “delicato”. Inoltre, soprattutto se cucinata in modo elaborato e grasso, causa la produzione di molte tossine, responsabili dell’invecchiamento dei tessuti.
  • INSACCATI E PRODOTTI PRONTI: Questi cibi contengono spesso conservanti, che aumentano le tossine, e grassi, che rendono difficile la digestione.
  • FORMAGGI GRASSI:Sono di difficile digestione e causano l’aumento della quantità di tossine in circolo nel corpo. E’ meglio, quindi, limitare il loro consumo preferendo i latticini più magri ( ricotta, mozzarella) o le versioni light.
  • CROCIFERE:  Broccoli, cavoli, cavolfiori, verze e tutte le verdure appartenenti a questa famiglia andrebbero eliminate (almeno finchè si è sotto stress). Contengono, infatti, sostanze che favoriscono l’aumento della noradrenalina, una sostanza prodotta in seguito alla formazione di adrenalina e che aumenta l’attività del sistema nervoso. Possono quindi causare ipereccitazione, ansia, nervosismo, disturbi del sonno.
  • FRUTTA SECCA:  A piccole dosi è molto salutare, in quanto ricca di antiossidanti e oli benefici. Se si abbonda, però, affatica la digestione e l’organismo (è ricca di proteine e di grassi), contribuendo anche alla produzione di molte tossine.
  • DOLCI CONFEZIONATI: Sono ricchi di grassi e conservanti, quindi aumentano la produzione di tossine e affaticano il fegato. Preferire qualche piccola porzione di torta fatta in casa.
  • CAFFE’,TE’, CACAO: Andrebbero evitati o consumati in dosi minime perché contengono sostanze dette “nervine”, che agiscono sul sistema nervoso e sono responsabili della produzione di molte tossine che causano l’invecchiamento delle cellule. Inoltre, sono ricchi anche di sostanze eccitanti, che causano insonnia e aumento dell’ansia.
  • VINO E ALCOLICI: L’alcol impoverisce l’organismo di magnesio e vitamina B6, indispensabili per la salute del sistema nervoso e, quindi, per combattere lo stress.


Fonte: www.farmaciacipriani.it/





Lo Stress

Lo stress è una sindrome di adattamento a degli stressors  o sollecitazioni. Può essere fisiologica, ma può avere anche dei risvolti patologici.

Hans Selye definì lo stress come "Sindrome Generale di Adattamento", cioè quella risposta che l'organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di svariati tipi di stressors, quali stimoli fisici (ad es. fatica), mentali (ad es. impegno lavorativo), sociali o ambientali (ad es. obblighi o richieste dell'ambiente sociale).

L'evoluzione della sindrome avviene in tre fasi:
  • Allarme, l'organismo risponde agli stressor mettendo in atto meccanismi di fronteggiamento (coping) sia fisici che mentali. Esempi sono costituiti dall'aumento del battito cardiaco, pressione sanguigna, tono muscolare ed "arousal" (attivazione psicofisiologica).
  • Resistenza, il corpo tenta di combattere e contrastare gli effetti negativi dell'affaticamento prolungato, producendo risposte ormonali specifiche da varie ghiandole, ad es. le ghiandole surrenali.
  • Esaurimento, se gli stressors continuano ad agire, il soggetto può venire sopraffatto e possono prodursi effetti sfavorevoli permanenti a carico della struttura psichica e/o somatica.


L'ipotalamo secerne fattori di rilascio per l'ipofisi per la produzione di ADH e ACTH.
L'ADH (o vasopressina) fronteggia la diminuita volemia (rapporto tra volume ematico e letto vascolare) mediante la ritenzione idrica (causante l'aumento di volume ematico) e la costrizione dei vasi.
L'ACTH agisce a livello corticale surrenale causando il rilascio di cortisolo e aldosterone.
Il cortisolo stimola la gluconeogenesi (conversione delle proteine in zuccheri) e inibisce l'azione dell'insulina (insulinoresistenza).
L'aldosterone agisce a livello renale stimolando il riassorbimento di sodio, che per osmosi "trascina" con sé acqua, contribuendo al ripristino del corretto livello volemico.
Il riassorbimento del sodio si accoppia all'escrezione di potassio e ioni idrogeno, la cui deplezione provoca l'acidificazione delle urine e l'alcalinizzazione del sangue (causata in sinergia dall'iperventilazione).
Il rene rileva il calo di pressione attraverso la macula densa dell'apparato iuxtaglomerulare e tramite la secrezione di renina attiva il sistema renina-angiotensina-aldosterone; l'angiotensina II è un potente vasocostrittore.
Il sistema ortosimpatico causa il rilascio di adrenalina e noradrenalina, in particolare dalla midollare surrenale. questi ormoni causano:
  • una costrizione dei vasi cutanei (pallore) e viscerali addominali (recettori alfa)
  • una dilatazione dei vasi muscolari (recettori beta)
  • aumento della frequenza cardiaca (conseguente aumento della gittata cardiaca) (recettori beta)
  • broncodilatazione
  • midriasi
  • inibizione del rilascio e dell'efficacia dell'insulina (insulinoresistenza e possibile diabete mellito tipo 2)
  • aumento della sensibilità al glucagone

Questi ultimi due effetti causano l'alterazione del metabolismo, spinto verso il mantenimento di alti livelli glicemici.
In breve, un aumento dell'idrolisi proteica muscolare e dei trigliceridi fornisce aminoacidi e glicerolo per la gluconeogenesi e causa un calo ponderale; la glicolisi è inibita.



COMBATTERE LO STRESS PER COMBATTERE LA MALATTIA
Il primo a formulare il termine “stress” fu lo psicologo tedesco Hans Seyle; secondo lui “la completa libertà dallo stress è uguale alla morte” e "tutti noi non dobbiamo, e in realtà non possiamo, evitare lo stress, ma possiamo incontrarlo in modo efficace e trarne vantaggio, imparando di più i suoi meccanismi ed adattando ad esso la nostra filosofia dell’esistenza”.

Perché allora usiamo la parola stress solo con un’accezione negativa? 
Perché quando i fattori stressanti diventano troppi (e ciò succede sempre di più nella nostra vita quotidiana) allora diventa faticoso reagire a tutti ed a volte possiamo non farcela.
È a questo punto che lo stress diventa cronico e provoca la comparsa di alcuni sintomi, sia fisici che psicologici. Allora è il caso di chiedere aiuto anche ad un Medico e di intervenire. 

Ma quali sono, spesso, i primi sintomi dello stress?
  • Sensazione di stanchezza generale, non motivata.
  • Disturbi del sonno, che diventa frammentato ed agitato, oppure difficoltà ad addormentarsi, fino alla vera e propria insonnia.
  • Scarso controllo delle proprie reazioni emotive con frequenti scatti di rabbia, crisi di pianto, ecc.
  • Difficoltà di concentrazione e di attenzione.
  • Attacchi di ansia o di panico.
  • Confusione mentale con difficoltà a concentrarsi e ad esprimersi.
  • Noia, disinteresse, senso di impotenza o di inadeguatezza nei confronti di ogni situazione.
  • Accelerazione del battito cardiaco.
  • Respirazione irregolare.
  • Innalzamento della pressione arteriosa.
  • Tensione e rigidità muscolare, in particolar modo del collo, delle spalle e della schiena.
  • Crampi allo stomaco.


Nello stress possiamo distinguere tre fasi:
  1. Una reazione di allarme, durante la quale il corpo secerne una certa quantità di ormoni e subisce modificazioni biochimiche.
  2. Una fase di resistenza, in cui l’intero organismo prepara ed utilizza le sue difese.
  3. Una fase di esaurimento, in cui l’organismo non è più in grado di adattarsi agli elementi stressanti.

Per affrontare questi momenti l’organismo coinvolge una serie di strutture, come le ghiandole dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. La loro attivazione determina la secrezione degli ormoni cortico-surrenalici che, ad alta concentrazione e per lungo tempo, finiscono per causare gravi problemi quali una riduzione delle difese immunitarie o essere determinanti per la formazione, ad esempio,  di gastriti ed ulcere duodenali.
È bene comunque sottolineare che le prime due fasi dello stress non costituiscono malattia. Solo nella terza fase si entra nella patologia.

Secondo alcuni esperti, lo stress può essere causato semplicemente da un incalzare troppo frequente di stimoli, non necessariamente negativi. Ma la realtà di questo stato è molto più complessa.


Ognuno di noi reagisce in modo diverso all’ambiente, agli eventi, agli stimoli che si presentano ogni giorno. Questo meccanismo di reazione è chiamato “valutazione conoscitiva”.
Quando la valutazione conoscitiva è distorta rispetto alla realtà possono insorgere i problemi; la situazione più tipica è quella in cui sentiamo l’ambiente, o le persone, o gli eventi superiori alle nostre capacità di affrontarli, quando c’è un disequilibrio tra quanto ci è chiesto di fare e quanto invece ci sentiamo in grado di fare.
In tutto questo giocano un ruolo importante le emozioni, che scientificamente possiamo definire come un meccanismo di adattamento indispensabile per la conservazione dell’individuo e della specie.
Sappiamo bene quanto le emozioni possono animare o sconvolgere la nostra vita. In una sindrome di adattamento come quella che abbiamo descritto, se le emozioni sono eccessive o sbilanciate, possono sfociare in malattia.

Molto però dipende anche dalla capacità di tollerare gli eventi stressanti. 
Questa capacità, chiamata “resilienza”, è in effetti, ciò che spiega perché ci siano persone capaci di resistere a livelli di stress anche molto alti e continuativi senza manifestare alcun sintomo, mentre altri sviluppano malattie con livelli stressanti molto più bassi.
Ciascuno di noi ha certamente un proprio “patrimonio” di resilienza, ma questa, fortunatamente, può anche essere incrementata.


Qualche accorgimento utile per ridurre lo stress:
Il primo passo è cercare di capire noi stessi, perché solo noi siamo in grado di individuare le cause e i comportamenti che hanno provocato lo stress.

Ecco poi alcuni consigli pratici da mettere subito in atto:
  • Assumetevi tutta la responsabilità dei vostri ritmi di vita e di lavoro.
  • Focalizzate l’attenzione sugli obiettivi prioritari.
  • Incominciate a dire “no” a chi vi chiede troppo e quando non avete voglia di fare qualcosa.
  • Non concentrate impegni e cambiamenti in un periodo troppo breve.
  • Dedicatevi regolarmente a qualcosa che vi piace molto o vi diverte, possibilmente senza provare sensi di colpa.
  • Fate un adeguato e specifico esercizio fisico.
  • Imparate alcune tecniche di rilassamento.
  • Controllate la dieta.


Quest’ ultimo punto riveste una grande importanza tra le cose che ciascuno di noi può fare da subito. 

Ecco alcuni semplici ma efficaci consigli su come mangiare per ridurre lo stress:
  • Se riconoscete in voi i sintomi dello stress, evitate innanzitutto di sottoporvi a diete troppo drastiche o privative.
  • Ricordate che, in chi è soggetto a stress, il livello di zuccheri nel sangue si alza e si abbassa rapidamente e in modo irregolare, quindi è consigliabile assumere zuccheri sotto forma di carboidrati complessi:

  1. cereali, riso, pasta, pane, perché rilasciano gli zuccheri in modo lento, 
  2. evitando invece gli zuccheri semplici e raffinati, quali il comune saccarosio o lo sciroppo di glucosio.

  • Evitate pasti troppo abbondanti, cibi troppo conditi, intingoli e salse.
  • Fate piuttosto pasti piccoli, frequenti e controllati, per non sovraccaricare l’organismo.
  • Masticate lentamente ed a lungo ogni boccone, evitando di assumere il cibo in fretta, o magari in piedi.
  • Quando possibile, preferite sempre mangiare seduti ed in un ambiente tranquillo e rilassante.
  • Mangiate frutta e verdure fresche in abbondanza, in particolare quelle ricche di vitamine B e C. La B è molto diffusa in natura e si trova anche nei cereali e nei legumi. La C, oltre che negli agrumi, si trova in elevate quantità anche nei peperoni verdi, broccoli, verza, spinaci, cavoli e pomodori.
  • Bevete almeno un litro al giorno di liquidi che non contengano zucchero.
  • Limitate il consumo di tè, caffè, coca cola, cacao, tutte bevande che contengono eccitanti.
  • Prima di andare a letto bevete una bevanda tiepida e moderatamente dolcificata: una tisana oppure del latte scremato hanno un’azione rilassante.


Comunque, tra tutti i consigli pratici che si possono dare per prevenire o curare lo stress, il più importante è però “staccate la spina” ogni tanto.
Quando possibile, allontanatevi temporaneamente da tutto ciò che può generare o ha generato lo stress, magari cercando di immergervi in un ambiente naturale dove cui trascorrere un po’ di tempo. 


Infatti, anche il contesto abitativo/lavorativo contribuisce ad aumentare o ridurre il vostro benessere, ed esiste una vera e propria terapia dell’habitat, che si esprime attraverso l’architettura degli edifici, la scelta dei materiali, la presenza di piante verdi e di acqua. 
Perché l’armonia con ciò che ci circonda è un ingrediente fondamentale per combattere lo stress e raggiungere il benessere psico-fisico.
Questo aspetto, ignorato per anni, torna oggi ad avere tutto il suo valore, perché ormai si sa che è la perdita di equilibrio  che provoca l’insorgenza della malattia e richiede strumenti integrati, per poter essere recuperato.
Vi sono poi una serie di attività mentali che possono contribuire grandemente ad un controllo dello stress. 

Tra queste, una facilmente praticabile, anche in completa autonomia, e costituita dal training autogeno.
Il termine “Training Autogeno”  significa, letteralmente “allenamento che si genera da sè”. 


Ciò significa che attraverso alcuni esercizi mirati si creano spontaneamente delle sensazioni psicosomatiche utili. Questa tecnica è stata inventata nella prima metà del ’900 dal medico austriaco Johannes Schultz, che ha messo a punto due tipi di esercizi, definiti “inferiori” e “superiori”. 
I primi, estremamente semplici, sono i più usati ed hanno il vantaggio che, una volta acquisiti, possono essere eseguiti senza terapista e quindi ognuno è in grado di rilassarsi in qualunque momento ed in qualsiasi luogo.

Gli esercizi, 6 in tutto, vengono potenziati attraverso la ripetizione mentale di formule specifiche. 
Il principio su cui si basa il training autogeno è la concentrazione passiva, che è l’esatto opposto di quella attiva che tutti conosciamo come “sforzo mentale”.
Si tratta invece di eliminare l’attenzione e gli sforzi, ripetendo mentalmente le formule e facendo gli esercizi. 
In questo modo saremo in grado di percepire pienamente ciò che accade nel nostro corpo, ascoltando finalmente il suo linguaggio.
Si possono utilizzare anche altre tecniche di rilassamento, volte a stimolare l’unicum mente-corpo attraverso esercizi di respirazione, relax, visualizzazioni positive e movimenti yoga.

Infine, dobbiamo considerare anche l’uso/abuso dei farmaci.
Molte persone ricorrono in maniera indiscriminata alle benzodiazepine, i cosidetti “tranquillanti”, per ridurre, o meglio per non sentire gli effetti dello stress.
Premesso che, in linea generale, un farmaco non è di per se stesso “buono” o “cattivo”, ma che questi aggettivi sono invece da riferirsi solo all’uso che ne viene fatto, bisogna considerare che l’unico effetto che essi hanno è quello di non far “sentire” l’ansia.
Ma è facile capire che, da soli, essi non sono certo in grado di non far “venire” l’ansia, esattamente come un’aspirina è capace di ridurre un mal di testa ma non può far nulla per evitare che esso si ripresenti.
È chiaro, dunque, che i tranquillanti (salvo casi di gravi crisi dove è importante ridurre la sintomatologia in breve tempo e sempre sotto indicazione e stretto controllo del medico proscrittore) non rappresentano una soluzione, che è solo nelle mani di ciascuno di noi; anzi, spesso ritardano la presa di coscienza del problema sottostante e la conseguente importante decisione di iniziare a riprendere in mano il filo della propria vita.

Fonte: www.contattoemotivo.net



I RADICALI LIBERI uccidono lentamente il vostro corpo - INDICAZIONI PER LA PREVENZIONE

Che cosa sono i radicali liberi?

Probabilmente avete sentito parlare di "radicali liberi" e nutrienti "anti-ossidanti".
"Tecnicamente" sono atomi di ossigeno instabili che causano l'ossidazione nel nostro corpo e di conseguenza accelerano il processo di invecchiamento. Per capire gli effetti dei radicali liberi e dell'ossidazione, pensate ad una mela affettata e lasciata all'aria aperta o i frigo: come l'ossigeno viene a contatto con la superficie della mela, questa diventa marrone.
Un altro effetto simile si può osservare quando il metallo viene lasciato fuori al sole ed all'umidità: comincia ad arrugginire.
La ruggine non è altro che l'ossidazione del metallo.
Ed il corpo umano, soggetto a vari "carichi di stress" reagisce allo stesso modo...ossidandosi!

Lo stress ossidativo è favorito da fattori chimici (farmaci, droghe, fumo, alcol), da fattori fisici (radiazioni, rumori, campi elettromagnetici, computer, telefonini, micro-onde), fattori biologici (vaccini), fattori mentali (depressione, panico, paura, ansia, stress), fattori nutrizionali (cibi carnei).
Esistono effetti immediati e verificabili dello stress ossidativo, tipo perdita della memoria, incapacità di concentrazione, insonnia, impotenza, rughe, calvizie, macchie sulla pelle, decremento muscoli ed aumento adipe, ansia e depressione, stato di malessere generale.



ORAC: misura del potere antiossidante
Test ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity) : misura del potere antiossidante
ORAC: misura del potere antiossidante

Il test ORAC è la metodica che recentemente si sta imponendo come tecnica di rifermento per la misura dell'azione antiossidante di alimenti ed integratori.
La diffusione di questa metodica ha consentito di determinare la capacità ORAC di molti alimenti, in particolare frutta e verdura, con la creazione di tabelle di riferimento, largamente diffuse e utilizzate in campo nutrizionale. A tal proposito, il Dipartimento Americano dell'Agricoltura suggerisce di assumere circa 5.000 unità ORAC al giorno, ottenibili consumando  circa cinque porzioni di frutta e verdura, per contrastare efficacemente l'attività dei radicali liberi.
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Frutta e verdura sono state suddivise in 3 gruppi, dove il 1° gruppo di alimenti apportanti 200 ORAC, il 2° gruppo 500 ORAC e il 3° gruppo 1200 ORAC per porzione. 
  • Alimenti di 1° gruppo: 3 albicocche (172 Orac), 3 fette melone (197), 1 tazza cavolfiore cotto (400), 1 pera (222), 1 pesca (248), 1 banana (223), 1 mela (301), 1 melanzana (326), 1 cetriolo (36), 1 pomodoro (116), 1 piatto spinaci crudi (182), 1 piatto fagiolini cotti (404). 
  • Alimenti di 2° gruppo: 1 pompelmo rosa (1188 Orac), 1 avocado (571), 1 kiwi (458), 1 cucchiaio uvetta secca nera (396), 1 cipolla (360), 1 tazza cavoli Bruxelles (1384), 1 patata americana (433), 1 peperone (529), 1 susina (626), 1 succo d'arancia (1142), 1 patata arrostita (575), 1 succo pompelmo (1274), 1 grappoletto uva nera (569), un grappoletto uva bianca (357). 
  • Alimenti di 3° gruppo (elementi più ricchi): 1 tazza di fragole (1170 Orac), 3 prugne nere (1454), 1 arancia (983), 1 tazza more (1466), 1 cavolo verde cotto al vapore (2048), 1 tazza spinaci cotti (2042), 1 tazza di mirtilli (3480), 1 bicchiere di succo di uva nera (5216, record mondiale). 
  • Altri amici anti-stress ossidativo sono i broccoli, olio d'oliva, extravergine, germogli, grano saraceno, carote, finocchi, radicchio, mango, papaia, lattuga, cachi, fiori di zucchine, lupini, peperoni, porri, aglio, tarassaco, ananas, limoni, rosa canina, biancospino, piselli, rape, patate.



I Polifenoli

I Polifenoli  sono molecole organiche che costituiscono una numerosa famiglia di metaboliti derivati da cellule vegetali. I metaboliti sono sostanze trasformate e rese più semplici, più idrofile e solubili rispetto alle molecole di partenza, e quindi eliminabili facilmente nelle urine se in eccesso. Nelle piante, che ne sono cariche, esercitano un'azione protettiva dalle radiazioni ultraviolette delle sostanze instabili ROS (reactive oxygen species), e quindi dallo stress ossidativo dei radicali liberi che le minaccia come succede pure per l'organismo umano.I polifenoli sono presenti in tutte le 160.000 piante commestibili esistenti sul pianeta Terra e rappresentano pertanto una parte integrante e fondamentale della dieta umana. Si suddividono in fenoli semplici, tannino e flavonoidi. Vengono anche chiamati "cibo per la mente" e mantengono giovane il cervello, contrastando l'invecchiamento delle cellule nervose. Ottimi dunque come prevenzione sia per l'autismo nei bambini che per il Parkinson e l'Alzheimer per gli anziani. Contribuiscono alla pigmentazione, ma anche all'aroma, alla fragranza, e al sapore delle piante che li contengono.

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I Flavonoidi
I flavonidi o bioflavonoidi, derivano il loro nome dl latino flavus che significa color giallo-oro; assumono poi un colore arancio, rosso, violetto a seconda di altre sostanze coinvolte. Vengono anche chiamati vitamina P (P sta per "permeabilità e penetrazione" che è il loro "motus" attraverso le membrane). Senza di essi il metabolismo umano non avrebbe nemmeno luogo. 
I bioflavonoidi esplicano azione protettiva sul sistema cardiovascolare proteggendo le cellule dai ROS (dalle reazioni di trasferimento di un elettrone e/o di un protone all'ossido). I bioflavonoidi inibiscono gli enzimi alteratori, essendo essi capaci di interagire coi ROS, e quindi sono di enorme interesse per la fisiopatologia cardiovascolare. Proteggono infatti il sistema cardiovascolare, in particolare vene, arterie oltre che la vastissima rete di vasi capillari.
Sono di straordinaria importanza per le donne in quanto regolarizzano e semplificano il mestruo. Hanno azione vasodilatatoria. Vitamina C e vitamina P assieme sono in grado di migliorare il tono venoso e la resistenza parietale dei vasi capillari, dando loro più elasticità. I flavonoidi sono normalizzatori del flusso sanguigno.

  • Possiedono azione anti-ossidante, anti-infiammatoria, anti-allergica, anti-emorragica, anti-emorroidale, anti-abortiva, anti-leucemica, anti-trombotica, anti-aggregante. 
  • Mantengono il buon funzionamento del sistema immunitario, del sistema vascolare, del sistema epatico, dermico e neurologico. 
  • Riducono la fragilità dei capillari e quindi risolvono gonfiori ed edemi agli arti inferiori. 
  • Contrastano la ritenzione idrica, la cellulite, le problematiche venose, le vene varicose, le ulcere, i sanguinamenti gengivali, le epistassi (sanguinamento dal naso), il sanguinamento emorroidale, i disturbi della retina di origine diabetica ed ipotensiva, migliorando la vista notturna.

Dove si trovano i bioflavonoidi?  Primato assoluto per gli agrumi e le bacche (mirtilli, l'uva spina, l'uva ribes, le more, i lamponi, l'uva rossa inclusa la buccia), i semi, ogni tipo di uva, sedano, prezzemolo, pompelmo, noci e camomilla, albicocche, mele, pere, prugne, carote, zenzero, origano, timo, salvia, menta...ma anche nella betulla, nell'iperico, nella melissa, la passiflora e nel biancospino...e pure nei broccoli, i pomodori, le fragole, nel finocchio e nei peperoni.


Gli "amici del cuore"

  • Grazie alla loro capacità antiossidante, i composti polifenolici hanno dimostrato di essere ingredienti base per ridurre le ossidazioni dell'LDL (colesterolo "cattivo"), processi fondamentali nella formazione dell'ateroma, cioè la lesione iniziale delle pareti vascolari che porta all'aterosclerosi. 
  • I bioflavonoidi riducono pure l'ipertensione e il suo impatto sull'arteriosclerosi. 
  • Interagiscono con gli enzimi intracellulari che controllano la funzione endoteliale. 
  • Hanno proprietà estrogeniche ed effetti modulanti sui sistemi enzimatici. 
  • Hanno effetti regolativi su lignani ed isoflavoni, sostanze vegetali ad attività simil-estrogenica. 
  • Agiscono come protezione antiossidativa delle aree acquose interne alle cellule e nei fluidi corporei come il sangue. 
  • Hanno spiccate proprietà riducenti verso ematomi ed emorroidi. 
  • I flavonoidi sono dei fito-nutrienti dotati di duttilità sul piano del riequilibrio biochimico.



ALCUNI FLAVONOIDI TRA I PIU' IMPORTANTI

La Quercitina 
Detto anche "bioflavonoide bianco" è un antistaminico naturale. Pur se ancora poco conosciuta dalla gente, è una delle sostanze naturali più importanti sulla faccia del pianeta, in quanto regina contro allergie ed infiammazioni. La quercitina è il migliore antinfiammatorio, antiallergico ed antistaminico naturale inibendo l'istamina.  E' anche un modulatore degli stati ansiogeni. Essenziale per la ossidazione della vitamina-C, protegge dalle emorragie e dalla rottura dei capillari. La fragilità dei vasi sanguigni porta alla formazione di macchie rossastre e di edemi sotto-pelle, oltre che mini-emorragie interne e ad accumulazione di liquidi nei tessuti (ritenzione idrica). Assieme alla lisina, è la migliore sostanza naturale contro l'herpes labiale e vaginale.   Troviamo abbondante quercitina nell'iperico (erba di San Giovanni), nel finocchio, la rapa, l'aglio, il sedano, il cavolfiore, i cavoli, i fagioli, le fave, i lupini, i ceci, i broccoli, le cime di rapa, il crescione, il cavolo, le ciliegie, la cipolla, i capperi, le mele, l'uva rossa e bianca, il peperoncino rosso (o paprika), lo zenzero, nel vino rosso e nel the verde. Ha azione anche anti-apoptoica cioè di protezione dai danni neuro-muscolari ed azione cito-protettiva. Risolve i danni da perossido di idrogeno (radicali liberi) e quindi blocca Parkinson e Alzheimer. 
Aiuta la prostatite e i dolori pelvici. 
Allevia la fatica e aumenta il numero di mitocondri all'interno delle cellule, e quindi il potere energetico del sistema cellulare. Ideale per la gente stanca, avvilita, depressa e sfibrata. Aumenta la potenza aerobica del 3,9% (ovvero il VO2 max, il massimo consumo di ossigeno). Aumenta la resistenza fisica allo sforzo del 13,2%, e pertanto di straordinaria importanza per gli sportivi.

La Rutina
In genere si tende a identificare la vitamina P nella rutina; la rutina contiene a sua volta l'eccezionale flavonolo quercitina. Si lega bene al ferro bloccando la formazione di radicali liberi. La rutina è fattore di contrasto agli edemi e alla precaria circolazione linfoematica degli arti inferiori.

L'Esperidina
L'esperidina è un flavonoide ed un vasoprotettore specifico che si trova negli agrumi, nella buccia più che nel succo. L'esperidina incrementa la resistenza dei capillari e regola la loro permeabilità. Ha inoltre forte azione anti-artrosica, nel senso che contrasta la degenerazione del collagene e rinforza pure il tessuto connettivo.

Le Catechine
Le catechine sono potenti polifenoli antiossidanti e solubili in acqua. La loro efficacia consiste nella capacità di attaccarsi facilmente alle proteine e anche ai metalli nocivi (piombo, mercurio, cromo, cadmio, nichel). Contrastano i radicali liberi; rallentano l'invecchiamento; riducono il colesterolo LDL nel sangue; impediscono il restringimento dei vasi sanguigni; prevengono arteriosclerosi, trombosi, infarti e ictus cerebrali; abbassano la pressione; bloccano gli enzimi assorbi-zucchero e prevengono il diabete; combattono l'aggregazione piastrinica, la dissenteria, il colera, le malattie gengivali, le ulcere gastriche. Creano simbiosi intestinale favorendo i batteri utili come il bifidus. Le catechine sono 25-100 volte più antiossidanti di vitamina-C e vitamina-E.

I Carotenoidi
I carotenotidi sono pigmenti gialli e arancione e rossi e  liposolubili. I più importanti sono l'alfa-carotene, il beta-carotene, la beta-criptosantina, la luteina, la zeaxantina e il licopene. Si trovano nelle pesche, nella zucca, nelle albicocche, nella papaia, nelle prugne, nelle patate a pasta gialla. 


The last but not the least 
Ferro, zolfo inorganico, acido lipoico, taurina, selenio e COENZIMA Q10. 
Questi vengono tutti considerati basilari per la protezione dai radicali liberi e contro lo stress ossidativo

  • Il ferro, importante per il trasporto dell'ossigeno ai tessuti mediante l'emoglobina, lo si trova nei semi di zucca, di sesamo e di girasole, e in tutti i semini in circolazione, nel germe di grano e nel miglio, nelle mandorle e nel tarassaco, negli spinaci e nei kaki, e un po' dovunque in natura. Occorre evitare nella dieta l'abuso di zuccheri, caffè e le caseine (latte e formaggi) che impediscono l'assorbimento del ferro.
  • Lo zolfo, onnipresente nelle vitamine e negli enzimi, si trova nella biotina o vitamina H, e quindi nel gruppo vitaminico-B. Lo si trova nell'aglio, la cipolla, i porri, i cavoli, i cavolfiori, il crescione, la rucola, i ravanelli e le rape piccanti.
  • Il selenio è un componente dell'enzima glutatione perossidasi ed è quindi utilissimo nella protezione dai radicali liberi. Si trova nella senape, nel germe di grano, nella crusca, lo zenzero, le farine integrali, i funghi secchi, i semini vari, nella frutta e nell'avena. 
  • La taurina è un aminoacido naturalmente prodotto nel corpo umano. Usata come integratore esterno (ricavata dalla bile del toro), viene inclusa in bevande energetizzanti avendo un effetto simile alla caffeina.
  • L'acido lipoico è utile per il fegato, per il pancreas (e per i diabetici), oltre che nella prevenzione ai radicali liberi. Si trova nelle verdure verdi crude, nei pomodori maturi, nella crusca di riso. 
  • Il coenzima Q10, o vitamina Q, o ubiquitone, è importante come trasportatore di idrogeno nella catena di ossidoriduzione a livello mitocondriale. Con il suo aumento si incrementa anche la dopamina. Serve da supporto a cuore e cervello, oltre che nello stress ossidativo. Importante nelle cure anti-Parkinson. Si trova nei cereali integrali, nelle noci, nei semolini, nella soia, nella frutta e in tutte le verdure crude.




NUOVA RICERCA IN CAMPO MEDICO: i benefici dell'ALLENAMENTO DI RESISTENZA per i malati di Cancro

J Support Oncol. 2013 Jun;11(2):45-60.
Resistance exercise interventions during and following cancer treatment: a systematic review.
Focht BC, Clinton SK, Devor ST, Garver MJ, Lucas AR, Thomas-Ahner JM, Grainger E.
Source: Exercise and Behavioral Medicine Laboratory, Kinesiology, The Ohio State University, Columbus, OH 43210, USA. bfocht@ehe.osu.edu


ABSTRACT

I risultati di precedenti studi hanno confermato l'importanza dell'esercizio fisico per il miglioramento di molti risultati fisiologici e soprattutto della qualità della vita (QOL) durante e dopo il trattamento del cancro.

Fin'ora la maggior parte degli studi sulla tipologia di esercizio fisico più adatta ai malati ha riguardato i vantaggi di esercizio aerobico (AE), mentre la conoscenza sull'efficacia di esercizio di resistenza (RE) come terapia di supporto e' rimasta limitata.

Di conseguenza, lo scopo di questo studio è quello di fornire una prima valutazione degli effetti di un nuovo approccio durante e dopo il trattamento del cancro.

I dati sono stati valutati e dedotti tramite test di fitness, di funzione fisica e di composizione corporea oltre che di QOL (fatica, benessere psicologico e globale).

I risultati hanno rivelato che, in media, l'allenamento per la resistenza (RE) ha generato grandi miglioramenti sulla forza muscolare, moderati miglioramenti sulla funzione fisica e piccoli miglioramenti della composizione corporea e della QOL.

Presi collettivamente, i risultati di questo studio suggeriscono che RE è un intervento di terapia di supporto promettente che garantisce miglioramenti significativi e clinicamente rilevanti durante e dopo il trattamento del cancro; i risultati possono essere "potenziati" se l'allenamento RE viene abbinato a quello AE.


DEDICATO A TUTTI COLORO CHE IN QUESTO MOMENTO
STANNO SOFFRENDO...NON SMETTETE MAI DI LOTTARE!



3 MITI del FITNESS: cosa c'è di vero?

Sono tanti i dubbi che affollano la mente di chi si avvicina per la prima volta ad una qualsiasi attività fisica. Proviamo a sfatare alcune credenze comuni.



1. Allenarsi con i pesi fa ingrossare eccessivamente i muscoli
E' una convinzione tipica delle donne, che preferiscono perciò dedicarsi soprattutto all'attività aerobica di gruppo (i vari corsi di step, gag, spinning, ecc.) o utilizzando varie attrezzature quali bike, tapis roulant, orbitali, ecc.
Ma la verità è ben diversa e proverò a spiegarmi analizzando vari punti:

  • Innanzitutto ricordatevi che un allenamento non è altro che uno stimolo ormonale che è ovviamente specifico secondo il sesso. Un allenamento "come si deve" implica un aumento di testosterone o di ormone della crescita -GH- (a seconda del tipo di allenamento effettuato); se gli studi confermano che UOMO E DONNA HANNO LA MEDESIMA FORZA E LE MEDESIME POTENZIALITA', è palesemente differente la variazione ormonale indotta dall'allenamento... Il che significa che uomo e donna NON HANNO LA STESSA CAPACITA' DI PROTRARRE I CARICHI NEL TEMPO (differente resistenza) e di conseguenza, in pratica, la donna non riuscirà mai ad ipertrofizzare i propri muscoli (aumentarne il volume) come ambisce un uomo. Ripeto: E' SOLO UNA QUESTIONE ORMONALE! Non a caso, molte donne bodybuilder devono ricorrere all'uso di precursori o direttamente di ormoni sessuali maschili (testosterone chimico...) per migliorare l'intensità del loro allenamento ed aumentare il volume dei propri muscoli.
  • Per aumentare la massa muscolare non basta sollevare qualche chilo...ma serve "esagerare". Anzi, diciamola tutta: NON E' NECESSARIAMENTE  IL CARICO A DETERMINARE L'AUMENTO DEL VOLUME DEI MUSCOLI (la famosa "massa"). Sono ancor più importanti IL NUMERO DI RIPETIZIONI e LA VELOCITA' D'ESECUZIONE DEI MOVIMENTI. Sono questi ultimi due parametri a determinare l'adeguato stimolo ormonale e, di conseguenza, come cambia il nostro corpo... Non sapendo, si tende ad accumunare gli allenamenti e la struttura fisica dei bodybuilder e dei powerlifter (sollevatori di peso), indipendentemente che essi siano uomini o donne: ebbene (e vi sfido a controllare se non mi credete!) nonostante i powerlifter siano abituati a sollevare carichi molto maggiori rispetto ai bodybuilder, il loro volume muscolare è ben inferiore. Questo principio è importante soprattutto per sfatare la paura comune delle donne: eseguire poche ripetizioni con un carico adeguato ed una velocità esplosiva  non vi farà mai ipertrofizzare i muscoli! L’allenamento con i pesi, se effettuato in maniera costante e utilizzando i giusti carichi, può aiutare anche le signore di una certa età a tonificare il corpo e ad accelerare il metabolismo favorendo il dimagrimento
  • Se aumentiamo la nostra percentuale di massa magra (nello specifico, si tratta di aumentare la massa muscolare) riusciremo a bruciare più calorie soprattutto quando stiamo a riposo ed il QR (quoziente respiratorio) è favorevole al consumo energetico dei grassi: tra gli effetti positivi c’è la perdita di peso inteso come grasso (non solo come numero sulla bilancia!). 
  • Un'ultima riflessione, per quanto banale: non dimentichiamoci che i muscoli s'ingrossano anche perchè...mangiamo!!!!! Se sappiamo controllare le calorie che introduciamo quotidianamente, senza necessariamente seguire una dieta ferrea stile DIETA DEL DARFUR!!!!!, non si corre alcun rischio...anzi vi sentirete semplicemente più toniche e...esteticamente più attraenti. Che è come tutti noi desideriamo apparire dopo estenuanti sedute di allenamento in palestra.



2. Lo yoga cura il mal di schiena
Lo yoga è un'antica disciplina di origine indiana, un'arte millenaria che è una filosofia prima di tutto ed è basata su un sistema armonico di esercizi di sviluppo del corpo, della mente e dello spirito. In Italia è una disciplina molto diffusa anche perchè viene spesso indicata come un rimedio miracoloso per il mal di schiena. 
Sicuramente alcune posizioni permettono di allungare la colonna ed alcuni esercizi sono ottimi per migliorare la postura, ma per chi è interessato da una contrattura o da un problema più profondo dovuto ad un trauma o ad un atteggiamento posturale sbagliato che si ripete da anni, lo yoga può fare ben poco se non peggiorare la situazione. Personalmente (e questo consiglio vale non solo per chi è interessato a provare questa disciplina...ma anche per chi si iscrive in palestra o in piscina...) 

  • consiglio di rivolgersi prima ad un professionista che valuti con attenzione il proprio stato di salute e sappia indicare gli esercizi o le posizioni antalgiche e correttive
  • vi consiglio di cercare una scuola qualificata e certificata poiché in un’attività come questa la vera differenza la fanno la preparazione e la serietà dell’insegnante, colui che saprà scegliere in base all’allievo ed alle sue capacità e problematiche il percorso più adatto
  • preferite sempre il percorso individuale a quello di gruppo: in tal modo l'insegnante o il trainer avrà più attenzione a correggervi e a seguire un percorso personalizzato. Ricordatevi che ognuno di noi è unico, quindi ciò che sulla carta può risultarci funzionale può invece aver un effetto opposto e solo un trattamento individuale può garantire i risultati sperati.




3. É bene allenarsi a stomaco vuoto per perdere peso
Il cibo è il combustibile che il nostro corpo utilizza per produrre l’energia necessaria a svolgere le varie funzioni vitali. Va da sè che se vogliamo sottoporci ad un allenamento prolungato ed intenso è bene aver fatto il "pieno di benzina" per riuscire a sostenere lo sforzo senza avvertire cali di tensione ed energia. Ho già accennato in alcuni post quanto conti il rapporto tra ciò che si mangia ed il tipo di allenamento che si sceglie di effettuare. Può essere interessante provare ad allenarsi a digiuno, ma solo in caso di allenamenti aerobici a BASSA INTENSITA' per non rischiare di catabolizzare la propria massa muscolare. Non è necessario patire la fame per perdere peso, ANZI! E' invece assolutamente importante scegliere con attenzione la qualità del carburante. 

  • Evitate di fare il pieno di carboidrati raffinati, preferendo eventualmente invece una barretta energetica bilanciata oppure una fetta di pane integrale con qualche fetta di bresaola: ci dev'essere SEMPRE il giusto mix tra carboidrati, proteine e grassi che permette di evitare i picchi glicemici, garantendo una sensazione di sazietà prolungata
  • Altrettanto importante è lo spuntino dopo l’allenamento, meglio se entro la prima mezz’ora. E' il momento in cui il cibo che introduciamo nel nostro organismo viene utilizzato al meglio per costruire i muscoli. Personalmente consiglio ai miei clienti un frutto come una mela ed una quota proteica che può essere un frullato proteico, della fesa di tacchino o della bresaola o anche delle mandorle o dei pinoli. 





"Un viaggio di mille miglia comincia sempre con un primo passo" - Lao Tzu -